Una vita tra sacro e profano: LUCIO DALLA

Regia di Mariacristina Filippin

IL TESTO:

Il racconto in forma di spettacolo di un artista che ha segnato il panorama musicale italiano con capolavori senza tempo, Il racconto di una vita piena di eventi e sorprese, che passa in rassegna le sue performance e le sue canzoni, spesso visti con con gli occhi dei suoi amici e dei suoi collaboratori. La narrazione va dai suoi primi giorni, dalle frequentazioni con padre Pio alle sue prime esibizioni in pubblico. Un Lucio Dalla inedito, presentato anche dal punto di vista umano e delle sue stravaganti abitudini, oltre che uno spaccato della sua psicologia, e dell'asse spirituale che lo ha sempre accompagnato. .

NOTE DI REGIA:

“Aveva dita troppo corte per suonare il piano. Non conosceva abbastanza la musica per comporre. Aveva un fisico lontano da ogni canone. Aveva collezionato insuccessi discografici. Non aveva una cultura da intellettuale. Eppure è diventato uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana. Popolarissimo, eppure mai conforme: sempre in mostra, eppure indecifrabile; amatissimo, eppure senza amore. Affascinante ed imprevedibile passa dalla canzone dei “parolieri” ai “poeti”; dal jazz alla “canzonetta”; dal pop di consumo al “cantautorato”, fino ad una sorta di teatro musicale di profonda coscienza civile e politica. Attraversa col suo modo di fare buffo e beffardo la storia della musica italiana, con quell’aria da “giullare stralunato” con cui si permetteva di fare quel che gli pareva. Artista unico ed imparagonabile, un “numero primo” irriverente e libero, capace di andare contro tutto e tutti grazie al suo genio e alla sua caparbietà.” (citazione dal libro “LUCIO DALLA” di Ernesto Assante e Gino Castaldo)